Nel
luogo dove giunsi, sedevano attorno ad una lunga tavola degli uomini
che stavano pregando, sotto la guida di Colui che chiamavano "Maestro": una figura maestosa che spiccava in mezzo a loro, con
una barba e lunghi capelli, dal volto imperscrutabile.
Per me non c'era posto intorno alla tavola; vidi però una pietra
invitante lì per terra e mi ci misi seduto, proprio di fronte a
Colui che era il Signore Gesù.(*1)
Tutti si
misero a pregare ed anch' io partecipavo alle loro preghiere.
Ad un certo punto, ecco il Maestro mi guardò, chinò il capo verso la
tavola davanti a me, aprì qualcosa di simile a un registro e vi
scrisse tre cose in tre spazi diversi, alzando ogni volta lo sguardo
verso di me.
Gli uomini più vicini a lui e anche quelli che mi voltavano le spalle
si volsero a me tutti insieme e mi guardarono radiosi, pieni di gioia,
ed esclamando mi dissero:
" Ti ha accettato ! Ti ha accettato ! Ti ha scritto in tutti e
tre gli spazi del registro."
Io fui pieno di gioia, felice, anche se non capivo profondamente e
completamente il significato di tutto quello che mi accadeva.
Allora il Maestro mi porse con la sua destra una specie di cartella e
mi disse :
" Ora leggi tu ." Capii che dovevo leggere
proprio io da solo.
Presi la cartella timidamente, temendo di non saper accontentare il
Maestro.
Il momento era duro e difficile per me. Iniziai a leggere il primo
foglio, ma la mia lettura non era scorrevole, perchè io non capivo
bene. Il Maestro però insistette affinchè io leggessi meglio, e
così incominciai da capo e lessi correttamente.
Ad un tratto mi trovai in mano come una tavoletta celeste, lucida, su
cui non c'erano più scritte delle parole, ma segni a me sconosciuti,
squadrati a rilievo, come impressi sulla superficie stessa.
Questi segni io li potevo vedere con i miei occhi e sentire con i
polpastrelli delle dita, ma non potevo decifrarli e tantomeno
leggere.
Mi fermai quindi non potendo più andare avanti ; provavo
rammarico per non saper portare a termine quanto richiestomi dal
Maestro. Ma alcuni degli uomini di prima, voltatisi verso di me,
mi dissero : " Ti aiuteremo noi, stai tranquillo "
FU
SOLTANTO DOPO SETTE MESI CHE CON STUPORE RIVIDI QUEI SEGNI
SU UNA TAVOLA DEGLI ALFABETI ANTICHI,IN UN' ENCICLOPEDIA DA POCO
ARRIVATAMI A CASA:
SEGNI
CORRISPONDENTI, COME SI VEDE DAL DOCUMENTO QUI RIPRODOTTO, ALLE
LETTERE :
he
, heth
, TRA I CARATTERI SEMITICI MERIDIONALI. SCOPRII POI, GRAZIE ALLA
RICERCA DI MIA MOGLIE, CHE INDICAVANO SPECIFICATAMENTE DUE STROFE DEL
SALMO CENTODICIANNOVE (118), DA " LA BIBBIA DI GERUSALEMME ".
UN SALMO UNICO NEL SUO GENERE, IN CUI, IN UNA COSTANTE TENSIONE DI AMORE
E TIMORE, IL SERVO DEL SIGNORE CHIEDE E OTTIENE CHE DIO GLI RIVELI
DIRETTAMENTE, NELL'INTIMO DEL CUORE, I SUOI INSEGNAMENTI.
QUEL
SALMO DIVENNE COSI' MIA PREGHIERA FERVIDA E COSTANTE.
(*1)
Marcello
Ciai, tempo dopo, riscontrò che il volto del "Maestro"
somigliava sorprendentemente a quello della Sacra Sindone, in una
mostra allestita da
Monsignor Mario Ceccobelli, presso la
parrocchia di Ponte Felcino (Perugia).
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