Dal libro "Dalla Terra di Assisi e di Francesco lo spirito di profezia" di Massimo Coppo
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Ci pensò il Signore a dare una regola alla nostra comunità così “irregolare”: e fu la regola benedettina. In tanti, quando sentono di una comunità di ispirazione benedettina sorta nella francescanissima Assisi, mi chiedono: “Come mai?” Rispondo: “Perché Dio ha voluto così”; e non per modo di dire. Delle tante preziose rivelazioni che hanno contrassegnato il percorso spirituale di Marcello e della comunità con lui, questa è quella che racconto con più piacere, perchè mi sembra di una grande valenza spirituale, e anche perché vi sono stato coinvolto direttamente. Marcello mi disse un giorno che il Signore gli aveva mostrato un libro da leggere, scritto da un “certo San Gregorio”: un libro che aveva avuto una grande fortuna in tutti i secoli (insomma: un “best- seller !”). Non finisco mai di sorprendermi per come Iddio sembra a volte che quasi “giochi” con le anime che si affidano in semplicità a Lui: come stava facendo Marcello, che cercava la sapienza di Dio per essere di aiuto a quanti si erano uniti a lui in quella fortunosa avventura spirituale.
San Gregorio Magno! Il “grande”
(“magno”) Papa benedettino vissuto sullo scorcio del VI secolo, il
quarto e ultimo padre della Chiesa d’Occidente. La visione avuta a
riguardo,era stata molto profonda e densa di significato spirituale (la
si può anche leggere integralmente in internet dove abbiamo sentito di
pubblicarla insieme ad altre “perle” spirituali). Quando gli parlai dell’indicazione avuta da Marcello, mi dette da portargli la “Regola Pastorale” di San Gregorio: il suo libro più noto, destinato ai vescovi e risultato nei secoli una vera fortuna per papi, re, principi e quanti avevano posizioni di governo. Un importantissimo “manuale” per la conduzione delle anime. Dalla “Regola Pastorale” Marcello passò poi a leggere la “Regola di San Benedetto” che San Gregorio ci ha trasmesso nel secondo libro dei suoi “Dialoghi”. Fu così che la comunità si modellò sulla regola benedettina:“Ora et Labora”.
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